Segunda de Abbado en Milán

Ludovyk escribió:¿En serio?? Yo a veces lo he intentado, y a mí me sale un mensaje que dice que no se puede fuera del territorio italiano... Probaré...

Perdona Ludovyk, se me pasó tu mensaje. Pues tienes razón, he intentado y no me ha dejado verla, yo estuve viviendo en Italia en una zona en donde usaba el ordenador para ver la RAI por lo que no me había percatado de que estando aquí en España no se podía ver en directo por esta vía, aquí tenemos la RAI internacional por televisión y generalmente usamos Internet para ver los programas anteriores. Como comenté, es la RAI3 la mejor, o mejor dicho, es la RAI3 la única que no es controlada por Berlusconi, las demás están todas relativamente controladas por el Premier ya que es propietario de algunas y mandamás en otras. Por cierto, en un par de semanas tengo que ir a Italia y he planeado darme una vuelta por Dobbiaco

Il maestro seguirà un periodo di cure in Germania per uno stato di affaticamento
Abbado ricoverato in clinica
Cancellati tutti i concerti
Saltano gli appuntamenti alla Scala, Ravenna e Parigi

ROMA — Claudio Abbado è molto stanco e non potrà dirigere a Milano. Il ricovero in una clinica tedesca è stato improvviso. Ma niente allarmi, secondo i medici dovrebbe riprendere nel giro di due-tre settimane la bacchetta dal leggìo. I due attesi previsti concerti del 4 e del 6 giugno, che erano tutti esauriti da due mesi e che avrebbero segnato il suo ritorno alla Scala dopo ventiquattro anni, sono stati rinviati. Il teatro dovrebbe comunicare oggi le procedure per il rimborso dei biglietti. Il maestro ha dovuto cancellare tutti gli impegni fissati per giugno: dopo la Scala c’erano il Ravenna Festival di Cristina Mazzavillani Muti e la Salle Pleyel di Parigi.

«A causa di uno stato di grave affaticamento seguito ai tre concerti con la Filarmonica di Berlino — comunica la direzione dell’Orchestra Mozart che Abbado avrebbe dovuto dirigere al fianco della compagine scaligera nella Seconda Sinfonia di Mahler —si sta sottoponendo in una clinica tedesca ad un periodo di cure, che lo staff medico reputa sconsigliabile interrompere nelle prossime settimane ». Da Ravenna ci racconta Cristina, anima del festival e moglie di Riccardo Muti: «Claudio Abbado mi ha mandato un messaggio personale, mi ha pregato di prendere al suo posto il giovane pupillo venezuelano, Diego Matheuz, ha molta stima in lui. Ho mantenuto questo suo desiderio. C’è un grande dispiacere per non aprire il 9 giugno al Pala De André il nostro festival con Abbado, a cui gli auguro tutto il bene possibile. Ho capito quanto sia stanco e abbia bisogno di riposare. Mi ha fatto piacere il modo in cui mi ha comunicato la notizia. Sono sicuro che tornerà da noi». Nel 1992 Abbado è stato già ospite, ma con i Berliner Philharmoniker, del Ravenna Festival.

Dello stesso avviso il Teatro alla Scala: Abbado confida di poter mettere a punto un nuovo progetto artistico «nel prossimo futuro» a Milano. A differenza di Ravenna, alla Scala non sarà sostituito. Il teatro milanese, per evitare equivoci e false notizie, ha voluto diramare il bollettino sanitario: «Il maestro Claudio Abbado, nato il 26 giugno 1933, si trova attualmente sotto terapia medica. Per la stabilizzazione della sua salute sono necessari una cura intensiva e ulteriori accertamenti diagnostici. Onde assicurare e stabilizzare la sua forza fisica è indispensabile un trattamento regolare e differenziato di almeno due-tre settimane. Dopo di che il maestro Abbado avrà recuperato interamente le capacità lavorative per la sua normale attività».

Due mesi fa esatti a Roma, prima del concerto con la «sua» Orchestra «Mozart» sul podio dell’Accademia di Santa Cecilia, Abbado, di buonumore e loquace, aveva detto: «Milano è la mia città, che amo tanto. Penso al lavoro fatto dai tempi di Paolo Grassi alla Scala, quello che abbiamo realizzato per gli studenti, per un pubblico nuovo». E alla domanda se ci sarebbero stati altri progetti o se finiva lì, rispose: «Ci saranno sempre nuovi progetti, è una delle mie malattie». Aveva il rammarico delle difficoltà sul trapianto di alberi (in un primo tempo 90 mila) che aveva posto come condizione per il suo ritorno alla Scala, un po’ scherzando e un po’ no, una sorta di provocazione ecologista; difficoltà che sono poi diventate, come ha scritto l’architetto Renzo Piano in un articolo sul Corriere, un ostacolo insormontabile. Ma la voglia di tornare nella sua Itaca, con lo stesso pezzo (la Resurrezione di Mahler) con cui vi aveva debuttato nel 1963, era più forte di ogni possibile malumore.

Abbado in clinica
cancellato l'atteso ritorno alla Scala
ALBERTO MATTIOLI
MILANO
Annullato. E non è un forfait qualsiasi. Salta il concerto più atteso, annunciato, discusso e probabilmente commovente dell’anno. Niente Grande Ritorno a Milano, niente «concerto degli alberi», niente emozione e lacrime e fiori gettati dai palchi. Il 4 e il 6 giugno prossimi Claudio Abbado non dirigerà alla Scala la Seconda sinfonia Resurrezione di Mahler con la Filarmonica della Scala e la sua Mozart. I motivi sono solo di salute, anche se si scateneranno le solite dietrologie. Ecco il certificato medico che la Scala ha ricevuto ieri: «Il maestro Claudio Abbado, nato il 26 giugno 1933, si trova attualmente sotto terapia medica. Per la stabilizzazione della sua salute sono necessari una cura intensiva e ulteriori accertamenti diagnostici. Onde assicurare e stabilizzare la sua forza fisica è indispensabile un trattamento regolare e differenziato di almeno due-tre settimane. Dopo di che il maestro Abbado avrà recuperato interamente le capacità lavorative per la sua normale attività». «Abbado - aggiunge il comunicato del teatro - confida di potere mettere a punto un nuovo progetto artistico con il teatro nel prossimo futuro».

La firma in clace è quella del Prof.Dr.med. H. Luebke, perché Abbado è ricoverato in una clinica in Germania. Si è sentito male dopo i tre ultimi tionfali concerti con i Berliner, dove ha diretto dopo molti anni la cantata Rinaldo di Brahms. Dimagrito , pare che si sia sentito senza forze: inevitabili il ricovero e lo stop. Però i molti che lo amano possono tirare un sospiro di sollievo: le analisi sono, dicono, rassicuranti ed è confermato il ritorno sul podio il 12 agosto a Lucerna, dove Claudio Magno dirigerà il Fidelio.

Nel frattempo saltano alcuni appuntamenti: per esempio, la tournée con la Mozart il 9 giugno a Ravenna per l’inaugurazione del Festival e l’11 alla Salle Pleyel di Parigi. Ma soprattutto salta il concerto alla Scala, davvero uno di quelli per cui si può spendere l’inflazionatissimo termine di «evento». Abbado, milanese, fu direttore musicale del teatro dal ’68 all’86, in un momento glorioso nella storia della Scala e difficile in quella della città. L’ultima volta che diresse nella sala del Piermarini risale al ’93, ma con i Berliner. L’ultima che diresse le forze della Scala, invece, fu nell’86, ventiquattro anni fa. Dunque l’attesa era enorme, benché ci sia stata una specie di anteprima in televisione, alla puntata di Che tempo che fa prima della prima del 7 dicembre, quando Abbado a sorpresa tornò brevemente a dirigere gli scaligeri. Raccontandolo così, di recente, a Classic Voice: «E’ stato molto bello. Emozionante. Mentre aspettavo seduto fra i violoncelli mi sono trovato a fianco della giovane spalla Sandro Laffranchini, figlio di Giuseppe che ha suonato per anni con me» (perché le generazioni passano, le grandi istituzioni restano).

Insomma, è da un quarto di secolo che si aspetta di rivedere (o vedere, per chi non ha mai avuto la fortuna) Abbado su quel podio. Poi naturalmente, visto che siamo in Italia, il concerto si è caricato del solito contorno di polemiche: i famosi 90 mila alberi per Milano chiesti da Abbado come cachet («At heart, I think I’m just a gardener», nel cuore, penso di essere solo un giardiniere, dichiarò una volta alla Bbc), prima promessi, poi negati, anzi no, chissà, le accuse sull’assegnazione dei biglietti, eccetera. Tutto ironicamente inutile, perché il concerto più atteso è quello che non si farà. Però chi vuole bene ad Abbado e alla Scala spera che sia solo rinviato. E che Claudio torni finalmente lì, a casa sua, che anche grazie a lui è stata per molti anche casa nostra.

Milano. Ventiquattro anni non sono bastati. Un improvviso ricovero in clinica per il maestro Claudio Abbado e saltano i concerti in cartellone per il 4 e 6 giugno alla Scala. Quelli che avrebbero interrotto l’esilio da Milano del settantasettenne direttore dopo che a solo 36 anni, nel 1969, era stato nominato direttore musicale. A monte anche l’anteprima del 3 giugno riservata ai giovani, tutti eventi i cui biglietti erano andati «bruciati» in poche ore il giorno della messa in vendita. Troppo sfiziosa l’occasione di rivedere Abbado con la bacchetta in mano al Piermarini dopo quell’abbandono che aprì l’epoca di un’altra leggenda, quel Riccardo Muti il cui addio a Milano fu forse ancor più burrascoso.
Quelli di Abbado a giugno sarebbero stati concerti assolutamente originali, se non altro per il cachet «ecologico» preteso dal maestro che per il suo ritorno alla Scala aveva chiesto al sindaco Letizia Moratti 90mila nuovi alberi piantati in città. La solita provocazione, la bollò qualcuno, ma il Comune accettò. Nonostante qualche problema (soprattutto di costi) quando alla partita si aggiunse un altro fuoriclasse del made in Italy come l’archistar Renzo Piano. Un progetto tanto suggestivo quanto di difficile attuazione il suo, per realizzare quella lunga cometa di verde a congiungere il Duomo al Castello Sforzesco. Planimetrie congelate e ieri ovviamente il sospetto che dietro il «no» del maestro ci fosse una ripicca alla bocciatura. Sospetto immediatamente fugato da un comunicato ufficiale della Scala, dal certificato medico, dalle conferme di personaggi a lui vicini e dalla promessa del maestro di voler in futuro partecipare ad altri eventi organizzati in città. Come controprova anche la rinuncia di Abbado, dopo un’assenza di molti anni, all’inaugurazione del prestigioso Ravenna Festival griffato dalla famiglia Muti dove il 9 giugno avrebbe dovuto dirigere l’Orchestra Mozart in un programma che comprendeva anche la mozartiana sinfonia K551 Jupiter. Non se ne farà nulla. Nemmeno i concerti a Milano dal maestoso programma con due orchestre (la Mozart e la Filarmonica della Scala) e tre cori (l’Arnold Schoenberg Chor, il Swedisch Radio Choir e quello della Filarmonica) a eseguire la Sinfonia n. 2 di Mahler. Il bollettino sanitario, firmato dal suo medico berlinese Heirich-Josef Lubke, parla di «una cura intensiva e ulteriori accertamenti diagnostici» per stabilizzare la sua salute e di accertamenti e trattamenti che andranno avanti due o tre settimane. Poi il maestro recupererà «interamente le capacità lavorative». Rammarico esprime la Scala in un comunicato ufficiale. Resta però la speranza di un nuovo appuntamento. «Claudio Abbado - spiega la nota - confida di poter mettere a punto un nuovo progetto artistico con il Teatro alla Scala nel prossimo futuro».
A Ravenna, invece, la direzione del Festival annuncia che «accoglierà il suggerimento di Abbado che ha proposto il maestro Diego Matheuz per confermare l’impegno della sua Orchestra Mozart nel concerto inaugurale della XXI edizione mercoledì 9 giugno al Palazzo Mauro de Andrè». Così il giovanissimo maestro venezuelano, venticinque anni e pupillo di Abbado che lo ha scelto come direttore ospite principale della Mozart, dirigerà il programma previsto che, oltre a Mozart, prevede anche la Sinfonia n. 4 op. 90 Italiana di Mendelssohn e il Concerto per pianoforte n. 3 op. 26 di Prokofiev, interpretato dalla giovanissima Yuja Wang.